I continui sbarchi sulle nostre coste, rappresentano ormai l’argomento che quotidianamente viene affrontato dalle nostre testate giornalistiche e dai TG.
Beh… prima di continuare la stesura di questo articolo voglio presentarmi brevemente. Mi chiamo Manuel Costa M’sakni, Country Manager Italy presso la Global Voices, dispongo della piena padronanza di 4 lingue (Italiano, inglese, francese e arabo), ho conseguito due lauree presso la facoltà di economia – Università di Bologna ed una terza laurea presso L’ICN business school di Nancy. Ma ciò che più mi tiene sottolineare è il fatto di essere il figlio di immigrati Tunisini.
Fortunatamente il gommone sul quale viaggiavano i miei genitori non è stato “colpito e affondato” dalle autorità italiane né tanto meno dal maltempo. Essendo stato nel grembo di mia madre, anch’io “indirettamente” ho vissuto la traversata del Mediterraneo. Dai racconti dei miei genitori potrei scrivere pagine e pagine, ma non è su questo argomento che mi voglio focalizzare.
Ho avuto la fortuna di essere stato adottato da una famiglia italiana la quale mi ha insegnato, giorno dopo giorno, a credere in forti principi e soprattutto a credere in uno Stato che mi ha negato la cittadinanza per 18 lunghi anni (solo da maggiorenne ho ottenuto la cittadinanza italiana) continuo tutt’ora a chiedermi il perché… Perché? Su quali criteri un essere umano puó essere considerato un cittadino del paese X piuttosto che Y? Sangue? Luogo di nascita? Sono proprio curioso di avere un feedback in merito…
Lavorando da quasi 3 anni nel Regno Unito, nonostante sia stato soggetto ad una legge infame (la legge Bossi-Fini), continuo tutti i giorni ad avere un’enorme nostalgia del Paese nel quale sono cresciuto e non smetterò mai di amarlo malgrado le molteplici contraddizioni e i diversi aspetti negativi…
Come anticipavo, lavoro per un’agenzia di traduzione che tra i clienti più importanti annovera l’NHS (National Health Service) praticamente la nostre ASL. Interessandomi a questa collaborazione mi sono chiesto: “ma quale servizio potrà mai offrire un’agenzia di traduzione agli ospedali inglesi???” e udite… udite… tutti i giorni mettiamo a diposizione più di 200 interpreti che assistono i diversi immigrati (polacchi, indiani, Pakistani ed anche ITALIANI) durante le loro visite e/o ricoveri in ospedale.
Sì, perché qui in inghilterra oltre “a non permettere al gommone di affondare” ti accolgono e ti trattano come un essere UMANO!
Sarà mai in grado il nostro “Bel Paese” di raggiungere questi livelli?
Manuel Costa M’sakni