Come esportare in Cina
Esportare i propri prodotti in Cina è l’obiettivo di molti imprenditori italiani. Nonostante un PIL nominale pro capite piuttosto basso (pari a 8.900 euro), l’economia cinese è la seconda al mondo per PIL prodotto. Soltanto gli Stati Uniti d’America fanno meglio di un colosso che fa gola alle industrie di tutto il pianeta. Esportare in Cina non è però così semplice. Cultura diversa, distanza geografica e barriere linguistiche possono costituire un ostacolo insormontabile per chi fa business. Gli usi e i costumi cinesi, infatti, sono diametralmente opposti a quelli occidentali. Vediamo allora come esportare in Cina, quali sono le difficoltà e gli aspetti fiscali da considerare.
Esportare in Cina: gli aspetti da valutare
Esportare in Cina significa fare i conti con usi e costumi diversi dai nostri. Nell’ultimo anno, inoltre, c’è da registrare anche un’inversione rispetto al passato, determinata dall’emergenza sanitaria. Negli ultimi mesi, infatti, la Cina ha registrato un boom nelle proprie esportazioni, mentre ha importato meno in confronto agli anni precedenti. La crescita delle esportazioni ha riguardato il materiale sanitario e i prodotti elettronici, con aumento del 9% su base annua. Il calo delle importazioni, invece, è frutto della difficoltà di ripresa sul piano della domanda interna. Accanto alle difficoltà segnalate in precedenza, dunque, chi intende esportare in Cina deve fare i conti anche con queste novità di mercato.
Tutto ciò senza dimenticare criticità ormai consolidate nel tempo. Alcune industrie tecnologiche cinesi, ad esempio, sono regolate dal governo locale. Ciò significa che per fare affari in alcuni settori esiste una sola soluzione: entrare in società con un’azienda locale. In questo caso si ha il vantaggio di affiancarsi a una ditta che dispone già di un portfolio clienti e lo svantaggio di doversi misurare con una filosofia di business molto diversa da quella occidentale. Con tutto ciò che ne consegue sul piano delle prerogative e dei divieti.
Esportazione in Cina: gli aspetti fiscali
Le esportazioni in Cina sono infatti disciplinate da regole rigide, con diverse tasse da pagare: dazi doganali, imposta sul valore aggiunto (VAT, il corrispettivo della nostra IVA) e imposta sul consumo. Si tratta, a tutti gli effetti, di un ritorno all’antico. Né più né meno di quello che avveniva in Europa prima della nascita del mercato unico europeo, quando occorreva sobbarcarsi i costi di dogana per trasferire le merci. Tuttavia la Cina privilegia i paesi, come l’Italia, aderenti alla World Trade Organization. Pur senza eliminare le tasse per importazione ed esportazione Cina, sono previsti degli sgravi.
Risulta inoltre utile sapere che dal 2003 è in vigore il sistema di certificazione China Compulsory Certification (CCC). Si tratta di un marchio obbligatorio relativo a sicurezza e qualità dei prodotti venduti sul mercato cinesi, simile al marchio CE europeo. In assenza di tale certificazione, il prodotto non può essere importato. Per consultare la lista dei prodotti che hanno bisogno della certificazione CCC si può visitare il sito del China Quality Certification Centre. Al suo interno è presente il Catologue of the Products under Compulsive Certification of the State. A partire dal 1° giugno 2018, inoltre, la GAAC (General Administration of China Customs) ha introdotto una nuova normativa che richiede informazioni ancora più dettagliate sui prodotti importati ed esportati.
Esportare in Cina: la classificazione delle merci
Merci e prodotti che vengono importati dalla Cina sono suddivisi in cinque categorie. Ognuna di queste è assoggettata a un piano tariffario diverso. Quando si fanno esportazioni in Cina, quindi, è utile sapere che la suddivisione è la seguente:
- Merci che beneficiano della clausola della nazione più favorita
- Merci soggette a trattamento preferenziale
- Merci soggette a trattamenti di speciale favore
- Merci soggette a dazi per periodi specifici di tempo
- Merci che non beneficiano di trattamento agevolato
Per ciò che riguarda il deposito doganale la richiesta viene accolta soltanto sulla scorta di accordi particolari con le dogane locali. L’importazione di particolari categorie di merci tramite la modalità “esportazione temporanea” è prevista per un periodo di sei mesi.
Esportare in Cina: dazi doganali
I dazi doganali sono le tasse che chi esporta in Cina versa a favore del governo di Pechino. Vengono calcolati sulla base di aliquote diverse a seconda del bene esportato. Chi esporta dall’Italia, come già accennato, beneficia di aliquote ridotte. Queste si applicano anche in base ad alcune merci come lana, mais, riso e cotone. La tariffa doganale applicata viene decisa dall’ufficio doganale presso il quale si effettua la dichiarazione di esportazione. Inoltre viene previsto un trattamento fiscale agevolato per le importazioni legate al commercio elettronico, limitatamente al B2C e a condizioni particolari.
Esportare in Cina: la VAT
La Value Added Tax (VAT) corrisponde all’italiana IVA. Le aliquote prevedono tre scaglioni diversi in base al prodotto. Per la maggior parte delle merci è pari al 17% del valore della merce aumentata del dazio doganale. La base imponibile su cui calcolare la VAT è quindi composta dal valore del prodotto più i dazi doganali.
Esportare in Cina: la Consumption Tax
La tassa sul consumo si applica invece ai prodotti considerati “di lusso” o “non essenziali”. Questo tributo viene definito in base al valore o al quantitativo di vendita dei prodotti ed è compreso tra l’1% e il 56%. Sono soggetti alla tassa sul consumo beni quali:
- Alcol
- Cosmetici
- Motociclette
- Pneumatici
- Olio per motore
- Gioielli
- Orologi di lusso
- Yacht
- Tabacco
- Bacchette di legno
- Petrolio
- Prodotti da golf
Cosa esportare in Cina
Approcciare il mercato cinese richiede studi di marketing e le giuste competenze linguistiche. Tuttavia le opportunità per investire non mancano, complice anche la sfiducia dei consumatori cinesi verso i prodotti locali. I mercati alimentari e dell’entertainment, ad esempio, godono di una crescente sfiducia da parte del popolo e rappresentano un settore su cui puntare. Non a caso, recentemente, le importazioni maggiori hanno riguardato cereali, carne e pesce (compresi animali d’allevamento e i loro prodotti), beni caseari e caffè. Ma non solo. Esportare in Cina può essere vantaggioso anche per chi opera nell’abbigliamento o per chi lavora gemme e metalli preziosi. Anche il settore medico ha continuo bisogno di importare. In crescita anche la richiesta di prodotti della macinazione, eno-agroalimentari, pellicce, cotone e veicoli.
Ad oggi a guadagnare la fetta più importante dell’import cinese sono le materie prime naturali. A seguire le altre industrie, come quella elettrotecnica o legate ai beni intermedi in metallo, carta, legno, materie tessili e pelli. Occhio, infine, ai trend di mercato. Il giro d’affari legato al lusso appare infatti destinato a subire un’impennata nel prossimo lustro. La crescita prevista del mercato cinese è pari all’11,6% e chi opera nel settore luxury goods non può non tenerne conto.
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Esportare in Cina e l’importanza della conoscenza linguistica
Una buona regola per esportare in Cina è quella di registrare subito il proprio marchio. Sul mercato cinese, infatti, vige la regola del “primo arrivato”. Ciò significa che se un prodotto è apprezzato e non è stato registrato, può venire “rubato” dalle aziende locali. In un periodo di forte crisi per i mercati europei e americani, esportare in Cina può portare enormi benefici alla propria impresa. A condizione di farlo nel modo giusto.
La prima regola è quella di capire le proprie potenzialità e di prendere conoscenza dei mercati. Per questo è determinante avere dei partner locali. Rispetto al passato, però, è opportuno sostituire gli importatori con figure nuove. Affidarsi a partner logistici, store management e agenzie di comunicazione è il primo passo per delocalizzare e dialogare col nuovo mercato. Necessariamente condividendone il linguaggio. Il cinese è infatti una delle lingue più importanti per gli affari. Grazie ai servizi di traduzione Global Voices in tutte le 198 varianti della lingua cinese, potrai acquisire clienti in tutto il territorio e ampliare i tuoi orizzonti di mercato.