Nel 1992 a Strasburgo è stato concluso il trattato internazionale detto “Carta Europea per le lingue regionali e minoritarie“. Il trattato è nato dalla constatazione che in varie parti dell’ Unione Europea vivono popolazioni autoctone che parlano una lingua diversa da quella della maggioranza. Infatti, si calcola che circa quaranta milioni di cittadini dell’Unione utilizzino una lingua minoritaria solitamente accanto alla lingua o alle lingue ufficiali del luogo.
L’Unione Europea riconosce nel 2009 23 lingue ufficiali. Esistono però lingue che non rientrano nella lista delle lingue ufficiali dell’Unione, eppure sono largamente diffuse, ancorché minoritarie. L’esempio più importante è il catalano, parlato da circa 7 milioni di persone in Spagna(dove è lingua ufficiale a livello regionale), in Francia e in Sardegna (Alghero). Grazie a questo tipo di riconoscimento ufficiale delle lingue in questione, in diversi Stati i documenti dell’amministrazione pubblica così come quelli legali sono imprescindibilmente tradotti nelle lingue minoritarie. Per questo motivo molti appassionati cultori della propria cultura linguistica, si sono specializzati per offrire servizi di traduzione e interpretariato nella lingua minoritaria presa in questione.
Sul sito Eurolang vengono riportate al 2006 le seguenti:
- albanese (Italia)
- basco (Spagna, Francia)
- bretone (Francia)
- catalano (Spagna, Francia, Italia)
- cornico(Regno Unito)
- còrso (Francia)
- frisone (Paesi Bassi)
- friulano (Italia)
- gaelico (Regno Unito)
- galleser(Regno Unito)
- galiziano (Spagna)
- irlandese (Irlanda, Regno Unito)
- ladino (Italia)
- lussemburghese (Lussemburgo)
- occitano (Francia, Italia)
- sami (Finlandia, Svezia)
- sardo (Italia)
- siciliano (Italia)
- sloveno (Italia, Austria)
- sorabo (Germania)
- svedese (Finlandia)
- valenciano (Spagna)
La Carta evita di riportare uno specifico elenco di lingue e l’elenco è, per dichiarazione stessa di Eurolang, soggetta a futuri ampliamenti.