Che cos’è la mediazione linguistica
Per mediazione linguista s’intende un’attività complessa volta a favorire la comunicazione e comprensione tra due o più individui che condividono un gap linguistico-culturale che rende difficoltoso il dialogo.
L’intervento della figura professionale del mediatore linguistico culturale si sostanzia in un’attività di traduzione linguistica scritta e/o orale, di intermediazione e di consulenza culturale. La mediazione linguistica gioca un ruolo chiave in tutte le situazioni in cui esiste una divergenza tra le parti o in cui manca o è problematico intraprendere un dialogo fluido. In questi contesti, il mediatore è chiamato a guidare le parti nella ricerca di soluzioni reciprocamente condivise e ottimali per entrambe.
Ecco i compiti del mediatore linguistico
Facendo tesoro della sua formazione e dell’approfondita conoscenza di una specifica lingua e della relativa cultura, il mediatore linguistico favorisce l’inserimento del cittadino straniero nel tessuto sociale. Si occupa di traduzione e di comunicazione interpersonale, tenendo conto delle differenze culturali, religiose, di genere, etniche e di vissuto. Accompagna l’utente nei percorsi individuali, facilita i contatti tra il singolo e gli operatori, i servizi e le istituzioni. Analizza i bisogni e le risorse degli utenti e predispone gli strumenti che aiutano l’integrazione. Molteplici sono i suoi àmbiti di intervento: è prevalentemente operativo presso le strutture ospedaliere, nei centri di accoglienza, nei tribunali e negli istituti scolastici.
Gli obiettivi della mediazione culturale
Il mediatore comprende ed interpreta i codici culturali del Paese d’origine e di quello di accoglienza. La mediazione culturale funge da ponte di comunicazione tra lo straniero e il contesto territoriale e sociale in cui quest’ultimo vive, studia o lavora. Gli obiettivi sono interpretare la comunicazione verbale e non verbale, favorire le condizioni di parità nell’accesso ai servizi, promuovere la parità di genere e la cultura delle pari opportunità, nonché diffondere programmi a favore dell’inclusione e della cooperazione. Per fare tutto ciò, il mediatore utilizza gli strumenti della traduzione scritta di documenti e la tecnica di traduzione orale consecutiva e di accompagnamento.
Alla scoperta delle competenze richieste al mediatore interculturale
Il mediatore interculturale deve essere in grado di analizzare i bisogni dell’utente, facendone emergere le risorse, identificando le criticità ed aiutando il singolo ad esplicitare le proprie esigenze. È, inoltre, capace di analizzare il contesto di intervento per individuarne i vincoli e le opportunità. Riesce ad orientare lo straniero, lasciandosi guidare dal principio della promozione delle identità dei singoli nel rispetto delle differenze. Sa porre in essere iniziative e strumenti di integrazione culturale all’interno dei diversi contesti di vita e promuove il dialogo interculturale, mediando tra gli immigrati e le istituzioni. L’imparzialità è uno dei tratti distintivi della figura del mediatore: questa figura professionale valuta la situazione oggettivamente e si attiva per aiutare le parti in conflitto a comunicare con l’obiettivo di scegliere l’opzione che meglio soddisfi gli interessi e i bisogni di ciascuno.
L’importanza della mediazione sociale
Nei contesti sociali caratterizzati da conflittualità, instabilità relazionali e marginalità socio-economica, la mediazione sociale si sostanzia nell’insieme delle pratiche messe in atto per creare un percorso di informazione e condivisione sulle regole di convivenza che verranno tanto meglio accettate, quanto più sono il risultato di un confronto costruttivo tra le parti coinvolte. Questa tipologia di mediazione presuppone la continuità degli interventi e delle interazioni e non deve essere confusa con la mediazione linguistica o interculturale. Il mediatore sociale, infatti, interconnette i cittadini sul piano dei bisogni, attraverso iniziative finalizzate alla condivisione delle regole, all’accompagnamento all’abitare e alla promozione del benessere abitativo.