La revisione è parte integrante del processo di traduzione. Non è una semplice caccia ai refusi e agli errori di ortografia, ma una vera e propria analisi minuziosa dell’intera stesura. L’obiettivo è intervenire sul testo, qualora questo non fosse sufficientemente chiaro, scorrevole o coerente, e riorganizzare eventuali concetti un po’ incerti, affinché siano fruibili dal lettore finale. Facciamo chiarezza sull’operazione di editing di una traduzione, osservando da vicino la figura e i compiti del revisore.
Verifica dell’accuratezza della traduzione
La prima fase della revisione di una traduzione consiste nel controllo del contenuto e nella ricerca di eventuali inesattezze nell’interpretazione del testo originale. Compito del revisore è quindi accertarsi che la traduzione sia accurata, verificando che veicoli esattamente il messaggio del documento di partenza. L’editing comprende anche la valutazione della coerenza logica del percorso argomentativo: l’obiettivo è assicurarsi che le frasi siano disposte secondo un preciso ordine consequenziale e che non vi siano contraddizioni nel testo. Per stanare ipotetici errori concettuali e verificare la correttezza di sigle, acronimi o citazioni, è sempre opportuno procedere a un controllo incrociato delle fonti.
Caccia agli errori di grammatica e sintassi
Una bozza già in fase di revisione non dovrebbe presentare grandi scorrettezze ortografiche, grammaticali o sintattiche. Tuttavia le sviste possono capitare e il lavoro dell’editor è proprio quello di individuarle. La verifica interesserà l’uso delle maiuscole e delle minuscole, di accenti e apostrofi, ma anche la correttezza delle “d” eufoniche e la concordanza tra sostantivi, verbi e aggettivi. Il revisore rivede poi la punteggiatura, assicurandosi che virgole, punti, parentesi e altri segni di interpunzione siano tutti al posto giusto. Infine, analizza il testo alla ricerca di possibili refusi ed errori di battitura sfuggiti a un primo controllo.
Correzione stilistica e lessicale
L’editing di una traduzione si applica anche allo stile e agli aspetti formali. Il revisore si assicura che il testo sia scorrevole, contenga frasi di facile lettura ed eviti ripetizioni e proposizioni ridondanti. Attua inoltre interventi per migliorare la fruibilità della traduzione, verificando che stile e registro siano adatti al contesto e ai destinatari finali. Se il testo contiene modi di dire, proverbi, giochi di parole o altre locuzioni strettamente legate alla cultura di partenza, l’editor valuta l’utilizzo di un’espressione idiomatica alternativa nella traduzione, che riproduca fedelmente il messaggio originario.
Rilettura finale e controllo dell’impaginazione del testo
Una volta passata al vaglio la correttezza di contenuto, stile, grammatica e ortografia della traduzione, è il momento di saltare all’ultima fase della correzione delle bozze: il controllo finale. L’editor provvede alla rilettura e a un’ulteriore limatura del testo, ripulendolo da rientri e interlinee eventualmente scorretti, doppi spazi, spazi tra le parole e i segni di interpunzione, apostrofi e virgolette mal formattati. Esamina inoltre il layout del documento, controllando la numerazione delle pagine, le intestazioni e i piè di pagina. Verifica la concordanza di titoli, sottotitoli, liste, cifre e unità di misura, oltre alla completezza dei riferimenti bibliografici.
Strumenti per l’editing traduzione
Anche il revisore ha i suoi ferri del mestiere. I più potenti sono i dizionari, online o cartacei, che permettono di fugare ogni dubbio con una semplice ricerca. Oltre ai vocabolari di lingua italiana, è possibile ricorrere a dizionari storici, etimologici o specializzati, a seconda del tipo di testo da revisionare, soprattutto nel caso di traduzioni tecniche. Se non sussistono specifiche richieste da parte del cliente, il revisore segue un protocollo di norme editoriali standard. In caso di incertezze sull’uso del corsivo, del grassetto o delle virgolette, o dubbi sulla scrittura di date, orari o citazioni, il revisore consulterà il suo manuale redazionale di fiducia. Esistono anche programmi specifici per il proofreading, che aiutano a scovare scorrettezze grammaticali, doppi spazi o ripetizioni. Alcuni software calcolano anche il punteggio di leggibilità del testo e forniscono suggerimenti di stile. Si tratta tuttavia di applicazioni che consentono di individuare solo gli errori più grossolani e che non possono sostituirsi al lavoro manuale di revisione.
Il lavoro dell’editor
La revisione di una traduzione non è un’operazione che si può improvvisare. Per perfezionare un testo e consegnare un lavoro di qualità al cliente, è necessario sviluppare abilità specifiche. Oltre alla conoscenza perfetta della lingua di destinazione e delle principali norme redazionali, il revisore deve possedere un ottimo senso critico e una buona dose di attenzione ai dettagli, la curiosità di fare ricerche e reperire informazioni, l’intuizione di operare scelte stilistiche e lessicali efficaci. Nel caso lavorasse su contenuti tecnici, poi, è indispensabile la preparazione sull’argomento e la dimestichezza con il lessico settoriale. Rispetto al traduttore, il revisore mantiene maggiore distacco emotivo dal testo: questo gli permette di valutare se quanto scritto “suona” effettivamente naturale e se funziona in maniera autonoma, eventualmente riadattando l’elaborato di conseguenza, senza tuttavia tradire il contesto originale. Significa affinare il contenuto senza sovrapporsi alla voce dell’autore, migliorare la chiarezza espositiva trasmettendo fedelmente il messaggio di partenza.