Consultando il Dizionario della Lingua italiana Garzanti alla voce tradurre, tra le altre, il lettore troverà la seguente definizione: “Trasporre un testo scritto in un’altra lingua, senza modificare il contenuto del messaggio originale”. Tradurre, dunque, significa convertire un contenuto – un discorso orale oppure un testo scritto – in un’altra lingua, cercando di essere quanto più fedeli possibile all’intenzione della fonte. Naturalmente, in una realtà sempre più globalizzata, il lavoro di traduttore professionale può assumere decine di diverse declinazioni, esistono tuttavia due principali filoni nell’ambito della traduzione che è bene distinguere nettamente: la traduzione editoriale e la traduzione letteraria.
Il traduttore letterario
Il traduttore letterario è una figura professionale che presenta caratteristiche specifiche che lo differenziano notevolmente dai traduttori del settore commerciale, siano essi traduttori di testi scritti (relazioni, lettere, report di dati) o impegnati dal vivo nell’ambito di congressi o meeting di lavoro. A fare la differenza è la natura del contenuto oggetto della traduzione stessa. Il traduttore di un romanzo infatti si trova a lavorare su un testo con una valenza artistica e culturale, entrando così in un’ottica molto più complessa, più personale rispetto alla traduzione commerciale, legata non solo al mero contenuto semantico del testo, ma anche alla sua forma, al suo stile di scrittura, fino ad arrivare alle emozioni che l’opera trasmette.
Tradurre per l’editoria
Anche se fenomeni quali il self publishing e il crowdfunding hanno aperto un nuovo orizzonte di possibilità in questo campo, la traduzione letteraria resta indissolubilmente legata al mondo dell’editoria. La norma è questa: un editore sceglie un testo e lo affida a un traduttore editoriale. La realtà è molto più complessa: tal volta è lo stesso traduttore a proporre un testo da tradurre all’editore, oppure l’autore dell’opera sottopone il proprio materiale a un editore o a un traduttore nella speranza di un riscontro positivo. Da non sottovalutare, sotto questo punto di vista, sono presentazioni e fiere letterarie, che spesso sono un’ottima piazza per chi aspira a tradurre per l’editoria.
Tradurre un libro
Iniziamo con il dire che il traduttore di libri riceve un incarico importante. Come accennato in precedenza, è suo compito non tradire il testo originale, ma anche rendere lo stile e l’atmosfera dello scritto originale. Oltre a una perfetta padronanza della lingua, il traduttore di libri è una persona curiosa. È qualcuno che ama leggere, che nutre un profondo amore per la parola, a cui piace essere informato su tutto e che possiede una cultura generale ad ampio spettro. La traduzione di libri non è una scienza esatta. Non esistono due traduttori, per quanto capaci ed esperti, che lavorando sul medesimo testo produrranno due traduzioni gemelle. Entrano in gioco quindi la sensibilità, il gusto e l’individualità del soggetto. Non a caso, il traduttore editoriale standard è sovente un autore di romanzi o un giornalista a sua volta. Possiede cioè una sensibilità artistica o una preparazione spiccata sull’argomento trattato nell’opera.
I tempi di traduzione
La traduzione di un’opera di narrativa va quindi collocata in un contesto culturale ad ampio raggio. La traduzione di un libro è solo la punta dell’iceberg del lavoro di un traduttore. Spesso è necessario conoscere l’intera bibliografia di un dato autore per effettuare una traduzione efficace e rispettosa. Questo sta a significare letture su letture, dettate unicamente dall’amore per la propria professione. Non a caso i tempi di traduzione possono variare dai tre ai sei mesi, a seconda della complessità e delle peculiarità del romanzo in questione. La retribuzione avviene di norma a sessanta o novanta giorni, e viene stabilita in rapporto alle cartelle editoriali dalle quali è composto il testo – una cartella corrisponde a 1.800 battute spazi inclusi.
Altri aspetti tecnici
Passiamo ora ad alcuni aspetti tecnici. Il traduttore che riceve in carico un’opera da un editore chiaramente stipula con esso un contratto editoriale. Ogni casa editrice si regola diversamente, quindi è bene che il traduttore valuti con attenzione le condizioni che gli vengono proposte. Alcuni editori, accanto a un compenso pattuito, riconoscono al traduttore una percentuale sulle vendite. Altri fattori che possono incidere sulla retribuzione del traduttore sono lunghezza del testo o la natura del contenuto – una raccolta di poesie richiede capacità e un impegno diverso rispetto un testo di prosa.
Suggerimenti e idee
Una buona idea per il traduttore alle prime armi può essere rivolgersi a un’agenzia letteraria. Se da un lato ricorrere a un’agenzia significa cedere una percentuale sui propri guadagni, dall’altro infatti il traduttore inesperto avrà in questo modo maggiori possibilità rispetto a un collega freelance e verrà tutelato da professionisti del settore – aspetto questo da non prendere sottogamba in un ambiente quanto mai complesso e ricco di sfaccettature. Alla crescita professionale seguiranno certamente maggiori gratificazioni anche in termini economici: se il traduttore stringe un buon rapporto con il proprio autore, questi può chiedere di lavorare in esclusiva con lui, aumentandone il prestigio in ambiente letterario.